Nella grafia attuale del Greco, frutto di una evoluzione durata dall'antichità fino al XVII secolo, al di sopra delle vocali sono spesso presenti dei piccoli segni che gli antichi non erano soliti utilizzare se non del tutto occasionalmente, come dimostrano papiri ed iscrizioni. L'aggiunta di questi segni è frutto in gran parte del μεταχαρακτηρισμός, e cioè della trascrizione dei testi classici realizzata in epoca bizantina col criterio di determinare chiaramente la corretta pronuncia dei testi antichi, evitando i dubbi e gli errori che potevano derivare dal fatto che nel corso dei secoli la pronuncia del Greco si era modificata notevolmente.
Fu così che si introdusse, nella grafia del greco, l'uso di spiriti e accenti.
- Gli spiriti furono introdotti con lo scopo di indicare la presenza o meno dell'aspirazione all'inizio delle parole che incominciano con una vocale o un dittongo;
- lo spirito aspro῾sta a indicare che nella pronuncia la vocale sottostante è accompagnata da aspirazione (come per es. la parola tedesca haben);
- lo spirito dolce᾿ha come unico scopo quello di indicare che la vocale sottostante è pronunciata senza aspirazione.
- Gli accenti, analogamente a quanto accade spesso nelle nostre lingue europee, si collocano sulla vocale accentata di ciascuna parola. Il greco si caratterizza per il fatto che l'accento si colloca obbligatoriamente su tutte le parole (escluse enclitiche e proclitiche). In particolare:
- l'accento acuto ´indica, come suggerito dal termine, l'innalzarsi dell'intonazione sulla vocale accentata rispetto alle altre vocali. Può cadere nell'ultima, nella penultima o nella terzultima sillaba della parola;
- l'accento grave ` sostituisce l'accento acuto nelle parole caratterizzate da accento acuto sull'ultima sillaba e non seguite immediatamente da segno di interpunzione;
- l'accento circonflesso ῀può cadere sulla penultima o sull'ultima sillaba, sempre su vocale lunga; probabilmente le vocali ora accompagnate da accento circonflesso erano pronunciate su due diverse intonazioni: la prima acuta, la seconda più grave.
Ecco le modalità di scrittura di spiriti e accenti:
- nel caso in cui una vocale sia accompagnata sia da spirito che da accento, lo spirito si colloca a sinistra dell'accento acuto e dell'accento grave, sotto l'accento circonflesso;
- quando spirito e accento cadono su vocale maiuscola, si scrivono a sinistra in alto rispetto alla vocale stessa;
- quando spirito e/o accento sono riferiti a dittongo proprio, si scrivono sempre sulla seconda vocale, anche se gli effetti sulla pronuncia riguardano la prima delle due vocali;
- per quanto riguarda i dittonghi impropri, spirito e/o accento si scrivono sulla prima delle due vocali; ovviamente, nel caso di dittongo improprio con iota, si ricorderà che la grafia prevede l'uso della iota sottoscritta nel caso di lettera minuscola, ascritta nel caso di lettera maiuscola.
Osservazioni:
- la vocale υ iniziale è sempre accompagnata da spirito aspro, mai da spirito dolce;
- anche la ρ iniziale, pur essendo una consonante, è sempre scritta con spirito aspro, forse per segnalare il fatto che nel greco la ρ doveva essere pronunciata come ρ francese. In alcune edizioni il gruppo costituito da due ρ consecutive è contrassegnato da spirito dolce sulla prima, aspro sulla seconda ρ. Es. Τυῤῥηνοί, = Tirreni, Etruschi;
- tieni presente che dal punto di vista tipografico la coronide ᾿ è identica allo spirito dolce, ma se ne distingue per il fatto che la coronide, avendo lo scopo di segnalare una crasi, si colloca sempre all'interno di parola.