Per discorso diretto intendiamo una o più proposizioni che riportano testualmente parole o frasi pronunciate da qualcuno e, secondo le attuali convenzioni tipografiche, riportate tra virgolette (“”,"",'',«»). Per discorso indiretto intendiamo invece una o più proposizioni che riportano il contenuto di un discorso sotto forma di proposizione dipendente costituita da una dichiarativa o, nel Greco e nel Latino, da una infinitiva oggettiva.
A differenza di quanto accade normalmente nel Latino e, analogamente, nell'Italiano e nelle altre lingue europee, nella prosa greca antica la distinzione tra discorso diretto e discorso indiretto non è mai stata formalmente definita in modo inequivocabile. Basti pensare al fatto che spesso un discorso diretto è introdotto da ὅτι· = che oppure da ὡς· = come.
Ma a parte questo, anche l'uso dei tempi e degli avverbi di tempo nel discorso indiretto in Greco è spesso diverso da quello che ci attenderemmo in base alla semplice traslitterazione dei tempi corrispondenti nella traduzione italiana.
Come si osserverà negli esempi che seguono, i tempi del discorso indiretto greco in molti casi sono quelli che ci attenderemmo nel corrispondente discorso diretto.
Ecco alcuni esempi:
Νεανίσκος δέ τις τῶν παρόντων ἐννοήσας εἶπεν ὡς οὐκ ἀκόλουθα εἴη τό τε ἐπιθήσεσθαι καὶ λύσειν τὴν γέφυραν.
Ma un ragazzo tra i presenti, dopo averci pensato su, disse che non erano azioni coerenti il fatto di gettare e poi abbattere il ponte.
In questo caso il discorso indiretto, introdotto da ὡς, è costituito da εἴη, presente ottativo di εἰμί. Come si noterà, il tempo presente è quello che sarebbe usato nel corrispondente discorso diretto. L'ottativo, chiamato ottativo obliquo, è dovuto al fatto che, secondo la sintassi greca, le proposizioni dipendenti da ὅτι o da ὡς usano l'ottativo se il verbo reggente (εἶπεν) è costituito da un tempo storico.
Si ricorderà a questo proposito che i tempi del sistema verbale greco si distinguono in tempi principali (presente, futuro, futuro perfetto, perfetto) e tempi storici (imperfetto, aoristo, piuccheperfetto.)
Ἐπελθὼν δὲ ἐπὶ τὸν δῆμον ὁ Ἀρισταγόρης ταὐτὰ ἔλεγε τὰ καὶ ἐν τῇ Σπάρτῃ περὶ τῶν ἀγαθῶν τῶν ἐν τῇ Ἀσίῃ καὶ τοῦ πολέμου τοῦ Περσικοῦ, ὡς οὔτε ἀσπίδα οὔτε δόρυ νομίζουσι εὐπετέες τε χειρωθῆναι εἴησαν.
E dopo essersi presentato davanti all'assemblea del popolo Aristagora disse le stesse cose che (aveva detto) anche a Sparta riguardo alle opportunità dell'Asia e della guerra conro i Persiani, (affermando che) non conoscevano l'uso né dello scudo né della lancia e che erano facili da assoggettare.
Anche in questo caso si osserverà che il presente νομίζουσι è proprio il tempo che sarebbe utilizzato anche nel corrispondente discorso diretto ("essi non conoscono l'uso....").
Naturalmente come il Latino, che non conosce l'uso di dipendenti dichiarative rette da congiunzione subordinante, anche il Greco può costruire un discorso indiretto tramite l'uso di infinitive oggettive.
Οὗτος (scil. ὁ μάντις) οὖν Θηβαίοις μαντευομένοις εἶπε νικήσειν, ἐὰν Μενοικεὺς ὁ Κρέοντος Ἄρει σφάγιον αὑτὸν ἐπιδῷ.
Costui (scil. l'indovino) ai Tebani che lo consultavano disse che avrebbero vinto, se Meneceo figlio di Creonte si fosse offerto ad Ares in sacrificio.
Coerentemente con l'uso dei tempi nel discorso indiretto, in Greco gli avverbi di tempo sono spesso quelli che sarebbero utilizzati nel corrispondente discorso diretto.
Ecco qualche esempio in cui si propongono alcuni avverbi di tempo con la loro traduzione letterale e la corretta traduzione italiana in un discorso indiretto dipendente da una proposizione al passato:
Avverbio di tempo | Traduzione letterale | Traduzione corrente |
---|---|---|
νῦν | adesso | in quel momento, allora |
τήμερον | oggi | in quel giorno |
χθές | ieri | nel giorno prima |
αὔριον | domani | l'indomani |