L'accostamento di diverse parole nell'ambito di un discorso può produrre successioni di suoni sgradevoli o comunque scomodi da pronunciare. Una di queste situazioni va sotto il nome di iato, termine con il quale si definisce l'accostamento tra una vocale breve finale di parola (ᾰ, ε, ο, ῐ) e la vocale o dittongo con cui inizia la parola successiva. Nella pratica della lingua gli autori greci ricorrono a parecchi espedienti allo scopo di evitare lo iato, intervenendo opportunamente nella costruzione della frase o aggiungendo, tra le parole interessate, una particella che foneticamente impedisce l'incontro tra le vocali. In molti casi però lo iato viene evitato mediante l'elisione, che consiste nella caduta della vocale finale della prima parola. Nei testi scritti l'elisione viene contrassegnata mediante l'apostrofo, esattamente come accade nelle nostre lingue. Es. διὰ ἀσθένειαν > δι' ἀσθένειαν, per debolezza.
A proposito dell'elisione vanno tenute presenti alcune osservazioni:
- quando una parola, in seguito ad elisione, si ritrova a terminare con una consonante muta sorda (π, κ, τ) e la parola successiva inizia con vocale aspirata, la consonante si trasforma nella corrispondente aspirata (rispettivamente φ, χ, θ); ecco qualche esempio:
Consonante finale |
Aspirata |
Esempio |
Esito elisione |
Traduzione |
π |
φ |
ἀπὸ ἑαυτῶν |
ἀφ' ἑαυτῶν |
da se stessi |
ἐπὶ ἅρματος |
ἐφ' ἅρματος |
su un cocchio |
ἐπὶ ὅσον |
ἐφ' ὅσον |
per quanto |
ὑπὸ ἡμῶν |
ὑφ' ἡμῶν |
da noi |
κ |
χ |
δέκα ἡμέραι |
δέχ' ἡμέραι |
dieci giorni |
ἔτεκε Ἕκτορα |
ἔτεχ' Ἕκτορα |
generò Ettore |
τ |
θ |
κατὰ ἡμέραν |
καθ' ἡμέραν |
ogni giorno |
μετὰ ὅπλων |
μεθ' ὅπλων |
in armi |
νύκτα ὅλην |
νύχθ' ὅλην |
tutta la notte |
- se la parola che subisce elisione è un'ossitona, l'elisione provoca la ritrazione dell'accento sulla sillaba precedente. Es.καλὰ ἔλεγον > κάλ' ἔλεγον, dicevano belle cose. Questo non accade quando l'ossitona è costituita da congiunzione o preposizione. Es. ἀλλὰ ἐγώ > ἀλλ' ἐγώ, ma io; κατ' ὀλίγον, un po' alla volta;
- l'elisione di dittongo finale davanti a parola iniziante in vocale è piuttosto rara. Es. βούλομαι ἐγώ > βούλομ' ἐγώ, io voglio;
- l'elisione non ha luogo nei casi seguenti:
- con α ed ο finali di monosillabi;
- con vocale finale υ;
-
con la ι finale nelle preposizioni περί, intorno, ἄχρι e μέχρι, fino a; nella parola ὅτι, sia in quanto congiunzione = che, poiché, sia in quanto pronome relativo-interrogativo = che, che cosa. Di conseguenza tieni presente che le forme ὅτ' e ὅθ' sono sempre elisione della congiunzione temporale ὅτε, quando;
- nella desinenza -σι del dativo plurale della 3a declinazione e della 3a persona plurale di alcuni tempi e modi verbali. In questi casi lo iato determinato dall'eventuale presenza di vocale iniziale nella parola successiva si evita mediante la -ν efelcistica. Es. πᾶσιν ἀνθρώποις, a tutti gli uomini; οὐκ ἴσασιν ὅτι, non sanno che;
- nella formazione delle parole composte, numerosissime nella lingua greca, se la prima parola termina in vocale e la seconda inizia in vocale, si verifica l'elisione con gli stessi criteri finora esposti, salvo restando il fatto che l'elisione non è contrassegnata dalla presenza dell'apostrofo. Es. ἀπό + αἱρέω > ἀφαιρέω, tolgo, elimino, porto via.