Negli alfabeti di età arcaica era presente anche un segno chiamato digamma. Il nome di questo segno, risultante dal prefisso δι-, due e dal nome della lettera γ, è dovuto alla sua forma, simile alla nostra F maiuscola, che in qualche modo poteva assomigliare a due Γ maiuscole collocate una sopra l'altra. Nella successione dei caratteri alfabetici il digamma era collocato subito dopo la epsilon e prima della zeta. Il suono rappresentato dal Ϝ (detto anche vau) corrispondeva a quello della nostra V. Il segno, come è evidente, si conservò nell'alfabeto latino mantenendo la posizione originaria, ma indicando il suono F: dalla fricativa sonora passò cioè a indicare la fricativa muta, probabilmente in seguito all'influsso determinato dall'uso che gli Etruschi fecero dell'alfabeto greco.
Nell'ambito della lingua greca il suono V, rappresentato dal digamma, scomparve gradualmente da quasi tutti i dialetti, escluso il dialetto eolico, che, tra i dialetti greci, fu certamente il più conservativo. Nello ionico, nell'attico e nel dorico la caduta del suono V determinò la scomparsa del segno corrispondente. Proprio per questo l'alfabeto greco ufficiale, quello cioè chiamato ionico, non prevede il segno Ϝ.
Nello studio della lingua greca sarà tuttavia importante conoscere gli esiti della caduta del suono V, soprattutto allo scopo di individuare più facilmente l'etimologia e il significato di molte parole derivanti dall'indoeuropeo. Per esempio sarà più facile ricordare che la parola οἶνος significa vino se si tiene presente che la forma originaria era Ϝοῖνος, che molto meglio di οἶνος richiama l'equivalente latino vinum.
Oltre a ciò, nello studio della poesia greca e in particolare dell'epica omerica, ai fini di una corretta analisi prosodica sarà indispensabile postulare la presenza originaria del suono V in molte situazioni in cui il testo, a non tramandato senza Ϝ, risulterebbe metricamente scorretto.
Ecco un prospetto dei diversi esiti prodotti dalla caduta di Ϝ.
Posizione | Gruppo | Esito | Esempio |
---|---|---|---|
Iniziale di parola |
cade lasciando traccia nello spirito aspro |
*Ϝέσπερος > ἕσπερος, sera |
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cade senza lasciare traccia |
*Ϝιδεῖν > ἰδεῖν, vedere |
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Intervocalico |
cade senza lasciare traccia |
*πλέϜω > πλέω, io navigo |
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Gruppi consonantici |
Ϝρ |
all'inizio di parola scompare Ϝρ > ῥ |
*Ϝρίπτω > ῥίπτω, io getto |
Ϝρ |
all'interno di parola subisce assimilazione regressiva |
*ἔϜριπτον > ἔρριπτον, io gettavo |
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Ϝj |
metatesi, vocalizzazione di j, caduta di Ϝ |
*γλυκέϜ-jα > *γλυκέjϜα > *γλυκεῖϜα > γλυκεῖα, dolce (f.) |
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Ϝ + consonante |
nella flessione si vocalizza in υ |
*πλέϜσομαι > πλεύσομαι, io navigherò |
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Finale di parola |
si vocalizza in υ |
*νάϜ > ναῦ, o nave (vocat.) |