Metrica greca e latina - Tetrametro trocaico

Nella sua definizione teorica il tetrametro trocaico, metro caratteristico della poesia greca ma praticamente assente nella poesia latina di età classica, è costituito da quattro metri trocaici. Un metro trocaico a sua volta è costituito teoricamente da due trochei:

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ma in realtà l'ultima sillaba di un metro trocaico è indifferentemente lunga o breve:

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Lo schema del tetrametro trocaico è quindi il seguente:

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Ma nella pratica poetica il tetrametro trocaico completo (detto anche acatalettico) è di uso assai limitato (lo usa talvolta Anacreonte). Normalmente il tetrametro trocaico è usato come catalettico, privo cioè dell'ultima sillaba dello schema precedente. Dato l'utilizzo quasi esclusivo di questa variante, normalmente con il termine tetrametro trocaico si intende indicare quello che in realtà è il tetrametro trocaico catalettico.

Eccone lo schema:

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Si noterà che l'ultima sillaba, teoricamente lunga nello schema del tetrametro acatalettico, trovandosi in ultima posizione potrà essere indifferentemente lunga o breve.

Esempio

♫ Γλαῦχ', ὅ˘ρα· βα˘θὺς γὰ˘ρ ἤδη κύμα˘σιν τα˘ράσσε˘ται(Arch. Fr. 105 W v.1)

Il tetrametro trocaico è caratteristico della lirica greca di età arcaica (es. Archiloco). Secondo quanto afferma Aristotele nella Poetica (1449a), questo era anche il metro originario delle parti dialogate della tragedia, poi sostituito dal trimetro giambico: τό τε μέτρον ἐκ τετραμέτρου ἰαμβεῖον ἐγένετο. τὸ μὲν γὰρ πρῶτον τετραμέτρῳ ἐχρῶντο διὰ τὸ σατυρικὴν καὶ ὀρχηστικωτέραν εἶναι τὴν ποίησιν, λέξεως δὲ γενομένης αὐτὴ ἡ φύσις τὸ οἰκεῖον μέτρον εὗρε· μάλιστα γὰρ λεκτικὸν τῶν μέτρων τὸ ἰαμβεῖόν ἐστιν· σημεῖον δὲ τούτου, πλεῖστα γὰρ ἰαμβεῖα λέγομεν ἐν τῇ διαλέκτῳ τῇ πρὸς ἀλλήλους, ἑξάμετρα δὲ ὀλιγάκις καὶ ἐκβαίνοντες τῆς λεκτικῆς ἁρμονίας: E il metro da tetrametro divenne giambo. Inizialmente infatti si servivano del tetrametro per il fatto che la composizione era di tipo satiresco e più adatta alla danza, ma essendosi essa trasformata in recitazione il tipo di poesia individuò il metro appropriato; particolarmente vicino al parlato, tra i metri, è infatti il metro giambico; prova di questo: effettivamente nel dialogare gli uni con gli altri pronunciamo molti ritmi giambici, esametri invece poche volte e comunque uscendo dalla naturalezza del parlare.

Il tetrametro trocaico non scompare però completamente nella tragedia di età classica: è ancora presente, se pur in misura limitata, in alcune tragedie di Eschilo ed è ripreso anche da Euripide nell'ultimo periodo della sua produzione.

Testi poetici in tetrametri trocaici con recitazione metrica

Archiloco fr. 114 W