Come suggerisce il nome, il trimetro giambico è costituito da tre metri giambici. Teoricamente un metro giambico è costituito da due giambi:
ma in realtà il trimetro giambico risulta dall'accostamento di tre metri, ciascuno dei quali è caratterizzato dal fatto di avere una sillaba iniziale libera (ancipite):
Lo schema del trimetro giambico sarà quindi il seguente:
Una variante del trimetro giambico è costituita dal trimentro giambico puro:
caratterizzato dal fatto che la sillaba iniziale dei tre metri è sempre breve.
Un'altra variante del trimetro giambico è costituita dal trimetro giambico scazonte, o ipponatteo o coliambo, caratterizzato dall'allungamento della penultima sillaba.
Il trimetro giambico fu utilizzato nella lirica greca arcaica come metro caratteristico dell'invettiva e dell'insulto.
Ecco un esempio da Archiloco:
♫ οὔ⁻ μοι⁻ τὰ˘ Γύ⁻γεω⁻ τοῦ⁻ πο˘λυ⁻χρύ⁻σου⁻ μέ˘λει⁻(Arch. Fr. 19 W v.1)
Ma il trimetro giambico fu soprattutto il metro delle parti dialogate della tragedia e della commedia, proprio perché, come afferma Aristotele nella Poetica (1449a), il ritmo giambico, tra tutti i ritmi della poesia greca, è il più simile al ritmo del linguaggio parlato. D'altra parte l'azione scenica della tragedia e della commedia esige come criterio fondamentale quello della verisimiglianza. Cfr. in proposito quanto detto nella pagina dedicata al tetrametro trocaico.
Il ritmo giambico è decisamente più sciolto e naturale rispetto ad altri metri, soprattutto rispetto all'esametro dattilico. L'alternarsi non rigoroso di lunghe e brevi è statisticamente simile al ritmo del parlato e non impone quasi mai le forzature del linguaggio poetico che la μετρικὴ ἀνάγκη impone nella produzione della poesia in esametri. A parte ciò i poeti tragici e comici utilizzarono sempre più frequentemente la sostituzione di due sillabe brevi in luogo di una sillaba lunga prevista dallo schema. Ciò contribuì notevolmente a rendere meno cadenzato e più sciolto, più simile al linguagio della prosa, il ritmo delle parti dialogate delle opere teatrali, a tutto vantaggio della verisimiglianza espressiva. Esempio evidente di questa tendenza è costituito dalla tragedia euripidea: la percentuale statistica di sostituzioni è molto più alta nelle ultime tragedie rispetto alle opere del primo periodo.