Con il termine elisione o sinalefe (dal greco συναλείφω = ungo insieme, incollo) si indica la caduta della vocale finale di parola davanti a parola iniziante in vocale o in H. Tale caduta è caratteristica della poesia latina e coinvolge solo la recitazione, mentre nella grafia la vocale finale resta comunque scritta. Dato che la M finale non veniva in realtà pronunciata nel latino di età classica, anche le parole terminanti in M e seguite da parola iniziante in vocale o H subiscono elisione della vocale che precede la M finale. L'elisione non si verifica nel caso in cui la parola successiva inizi in semivocale.
Un caso particolare di elisione è costituito dalla caduta di -s finale di parola davanti a parola iniziante in consonante: si tratta di un fenomeno tipico della poesia romana di età arcaica al quale i poeti di età classica successivi a Lucrezio rinunceranno definitivamente. La caduta di -s finale è normalmente segnata nei testi con l'apostrofo. Normalmente è determinata da esigenze metriche. Si osservi, nell'esempio lucreziano riportato, che la presenza della -s finale di omnibus produrrebbe, in base alle regole di prosodia, l'allungamento della sillaba -bus, che invece deve essere breve per la sua posizione nell'esametro.
Esempi di elisione:
♫ vīx sēptēm cōnvōlsae ūndīs Eūrōquĕ sŭpērsūnt (Virg. Aen. I 387)
Nella poesia greca l'elisione non comporta problemi particolari nell'analisi e nella recitazione, dato che già la grafia recepisce il fenomeno segnalandolo, nelle attuali edizioni, con la presenza dell'apostrofo, esattamente come accade in Italiano.
♫ οὐ⁻λο˘μέ˘νη⁻ν, ἣ⁻ μυ⁻ρί˘' Ἀ˘χαι⁻οῖ⁻ς ἄ⁻λγε˘' ἔ˘θη⁻κε˘Hom. Il. I 2