Si usa normalmente l'espressione allungamento metrico per definire tutte le situazioni in cui una sillaba che dovrebbe essere breve in base alle regole di prosodia viene di fatto utilizzata come lunga all'interno di un verso. Il fenomeno è caratteristico della poesia greca.
Si noti l'esempio omerico proposto: la ε iniziale di ἔδεισεν dovrebbe essere breve in quanto fa parte di una sillaba aperta ed è costituita da vocale breve. Ma l'analisi metrica del verso ci costringe ad assegnarle valore di lunga; in caso contrario ci ritroveremmo di fronte ad una sequenza di tre brevi consecutive, assolutamente inconciliabile con lo schema dell'esametro dattilico.
♫ Ὣ⁻ς ἔ˘φα˘τ', ἔ⁻δει⁻σε⁻ν δ' ὃ˘ γέ˘ρω⁻ν καὶ˘ ἐ˘πεί⁻θε˘το˘ μύ⁻θῳ⁻Hom. Il. I 33
Normalmente questa anomalia si spiega come necessità imposta dalla μετρικὴ ἀνάγκη, cioè dalla necessità metrica. Bisogna tener presente che il ritmo dell'esametro dattilico è di difficile costruzione e poco conciliabile con le sequenze di lunghe e brevi statisticamente più frequenti nel linguaggio normale. Si ricordi quanto diceva a questo proposito Aristotele nella Poetica (1449a): μάλιστα γὰρ λεκτικὸν τῶν μέτρων τὸ ἰαμβεῖόν ἐστιν· σημεῖον δὲ τούτου, πλεῖστα γὰρ ἰαμβεῖα λέγομεν ἐν τῇ διαλέκτῳ τῇ πρὸς ἀλλήλους, ἑξάμετρα δὲ ὀλιγάκις καὶ ἐκβαίνοντες τῆς λεκτικῆς ἁρμονίας: particolarmente vicino al parlato, tra i metri, è infatti il metro giambico; prova di questo: effettivamente nel dialogare gli uni con gli altri pronunciamo molti ritmi giambici, esametri invece poche volte e comunque uscendo dalla naturalezza del parlare.
Ma l'esempio più significativo di allungamento metrico è costituito probabilmente dall'uso dell'aggettivo ἀθάνατος = immortale.
In base alle regole di prosodia le prime tre sillabe sono brevi: il tema θα˘να˘τ- prevede due sillabe brevi e d'altra parte anche l'alfa privativa iniziale (ἀ˘-) è breve. Ma nell'esametro dattilico, il metro dell'epica, una sequenza di tre brevi consecutive è inammissibile. D'altra parte l'uso di questo aggettivo, visti i contenuti dell'epica, era irrununciabile per il suo stesso significato. Quella che gli antichi chiamavano μετρικὴ ἀνάγκη, cioè necessità metrica, impose quindi una forzatura nell'uso di questo aggettivo, che doveva essere pronunciato con un allungamento della vocale iniziale allo scopo di rispettare l'andamento ritmico dell'esametro.
Ecco un esempio omerico:
♫ ὄ⁻φρα˘ Πο˘σει⁻δά⁻ω⁻νι˘ καὶ˘ ἄ⁻λλοι⁻σ' ἀ⁻θα˘νά˘τοι⁻σι˘Hom. Od. III 333
Ma l'epica omerica ebbe un ruolo fondamentale nella formazione del linguaggio poetico di tutta la letteratura greca, anche nei confronti di generi basati su metri diversi dall'esametro. Fu così che molti fenomeni fonetici determinati nella poesia rapsodica dalla μετρικὴ ἀνάγκη (come l'allungamento metrico nell'aggettivo ἀθάνατος) divennero abituali anche in altri generi poetici.