Ripetizione insistente dello stesso suono consonantico in parole vicine o consecutive. Caratteristica di tutta la letteratura latina di età arcaica, è particolarmente frequente nelle commedie plautine come mezzo per suscitare comicità. È da presumere che compito degli attori fosse quello di intensificare l'effetto dell'allitterazione evidenziando nella pronuncia i suoni ripetuti. Il tipo più frequente di allitterazione è costituito dall'accostamento di due o più parole consecutive inizianti con la stessa consonante o con lo stesso gruppo di consonanti.
Esempi:
♫ īrrītāt ănĭmī vīrtūtem ēffrīngĕre ŭt ārtă Lucr. I 70
♫ Ērgŏ vīvĭdă vīs ănĭmī pērvīcĭt ĕt ēxtră Lucr. I 72
L'allitterazione è invece piuttosto rara nella poesia greca, a parte qualche notevole eccezione:
♫ ἐ⁻ν δο˘ρὶ˘ μέ⁻ν μοι⁻ μᾶ⁻ζα˘ με˘μα⁻γμέ˘νη˘, ἐ⁻ν δο˘ρὶ˘ δ' οἶ⁻νο⁻ς Arch. fr. 2 v. 1