Sono chiamati eolici i metri di Saffo e Alceo, i due poeti che nelle loro composizioni utilizzarono appunto il dialetto eolico, caratteristico dell'isola di Lesbo. Nella letteratura latina i metri eolici furono ripresi da Orazio nei suoi Carmina, come egli stesso afferma:
A dire il vero già Catullo aveva utilizzato metri eolici in qualche composizione delle Nugae (XI e LI).
La caratteristica più notevole della poesia eolica è costituita dall'isosillabismo, e cioè dal fatto che un determinato tipo di verso è costituito da un numero di sillabe sempre identico, visto che lo schema dei versi non prevede mai la sostituzione di una lunga con due brevi.
Altra caratteristica notevole della poesia eolica è data dal fatto che le composizioni sono sempre costituite dal susseguirsi di un numero variabile di strofe tetrastiche, costituite ciascuna da quattro versi. Il metro dei singoli versi, che all'interno delle strofe si susseguono sempre nello stesso ordine, dipende dal tipo di strofe utilizzato nella composizione.
Le strofe più frequenti utilizzate da Saffo, Alceo e Orazio sono la strofe saffica e la strofe alcaica.