Nella poesia greca e latina il pentametro dattilico è sempre utilizzato in combinazione con l'esametro dattilico per formare il distico elegiaco, metro caratteristico dell'elegia e dell'epigramma e costituito da un esametro seguito appunto da un pentametro.
Ecco lo schema del pentametro:
Come si può osservare, il verso è costituito da due sezioni ritmicamente simili e separate da una cesura strutturale. L'unica differenza tra le due sezioni, chiamate hemiepes (come dire mezzo ἕπος, cioè mezzo esametro) è data dal fatto che la prima ammette la sostituzione di ciascuno dei due dattili con uno spondeo, mentre la seconda presenta sempre i due dattili seguiti da sillaba lunga.
Dal punto di vista ritmico il pentametro si può considerare come una variante dell'esametro: la pausa determinata dalla cesura corrisponde esattamente alla seconda metà del terzo piede dell'esametro. La pausa inevitabile alla fine del verso (anche perché l'ultima sillaba, lunga, coincide con un tempo forte, in battere) corrisponde esattamente all'ultima sillaba dell'esametro.
La corrispondenza si può facilmente osservare dal confronto tra i due schemi metrici:
L'esempio seguente propone il primo distico elegiaco tramandatoci dall'antichità greca.